Servizi Socio assistenziali in calabria

Comunicato Stampa

I servizi socioassistenziali non sono un costo ma un investimento per il presente e il futuro della Calabria

È trascorso più di un mese da quando il tavolo istituzionale regionale, che vede la partecipazione oltre che della Regione delle rappresentanze degli ambiti e del Terzo Settore, ha concordato alcune necessarie modifiche ad un allegato del Regolamento Regionale sui requisiti di autorizzazione e accreditamento dei servizi socioassistenziali nel territorio della regione Calabria. Modiche che, peraltro, giacevano già in attesa di approvazione da oltre sei mesi. 

Tali modifiche riguardano alcuni aspetti relativi ai requisiti di funzionamento, alla cosiddetta compartecipazione alla spesa degli utenti dei servizi domiciliari e soprattutto all’adeguamento tariffario conseguente all’aumento dei contratti nazionali di categoria.

Per essere rese effettive le stesse devono essere approvate con delibera di Giunta, ma ad oggi non si ha notizia di tale approvazione, nonostante il documento sia depositato presso la relativa segreteria,  mentre il tempo continua a trascorrere ed aumenta l’incertezza sul futuro dei servizi. 

Eppure è ampiamente noto che la condizione del sistema di protezione sociale in Calabria ha necessità e urgenza di interventi strutturali che, se ulteriormente procrastinati nel tempo, faranno saltare i servizi socioassistenziali. 

L’approvazione delle modifiche all’allegato del Regolamento è (o pensavamo che fosse), paradossalmente, la cosa più semplice da fare. 

Rimangono aperte infatti tutta una serie di altre questioni altrettanto urgenti e fondamentali per la sopravvivenza del sistema. E parliamo non a caso di sopravvivenza. 

Ad oggi non vi è univocità nelle procedure applicate dai ben 32 ambiti territoriali sociali (un numero eccessivo!) per la presa in carico e la gestione dei vecchi e nuovi ricoveri presso le strutture autorizzate e accreditate, e ciò comporta spesso inaccettabili differenze di trattamento tra i cittadini calabresi, oltre che ulteriori ritardi e lungaggini burocratiche per gli enti gestori.

C’è un evidente eccesso di burocratizzazione nell’accesso ai servizi con vincoli che variano da Ambito ad Ambito per il riconoscimento del ricovero e il conseguente pagamento della retta. Con buona pace della semplificazione amministrativa e dei buoni propositi del PNRR. 

Non si è ancora definito un piano pluriennale di ripartizione delle risorse fra gli Ambiti che possa consentire di assorbire la situazione pre-esistente di squilibrio territoriale (creata da circa 20 anni di ritardo nell’attuazione della LR 23/03).

Non si sono previste procedure certe e uniformi per il pagamento degli enti gestori (in alcuni ambiti si registrano ritardi di mesi con conseguenze disastrose per gli enti stessi e il personale dipendente).

Non si sono fatti concreti passi avanti per reperire le risorse necessarie alla copertura dei costi del rinnovo del contratto collettivo e l’aumento delle rette. A parità di risorse disponibili, si sarà inevitabile un taglio dei servizi. 

Su punto, ed è certamente la questione più rilevante, le risorse del bilancio regionale destinate ai servizi socioassistenziali sono ferme a 20 anni fa. Occorrono da subito ulteriori 10 milioni per consentire perlomeno il mantenimento dell’esistente, ed è incomprensibile il motivo per il quale su circa 320 milioni “liberi” a bilancio non si riescano mai a trovare le risorse necessarie per i servizi sociali.

Come Forum abbiamo più volte sollecitato, formalmente ed informalmente l’urgenza di affrontare queste criticità e, soprattutto il cambio di approccio. Fintanto che le Politiche Sociali saranno, di fatto, considerate residuali o riparatorie sarà impossibile tradurle in termini di promozione della dignità e dei diritti delle persone. 

È necessario intervenire con urgenza e senso di responsabilità istituzionale, quello che come rappresentanza degli Enti di Terzo Settore esercitiamo nel promuovere gli interessi generali di con finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale.

A tal fine siamo pronti ad una stagione di lotta che condivideremo con le sigle sindacali e di rappresentanza per garantire la sopravvivenza del sistema.

Il Portavoce – Pasquale Neri

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